Domenica 30 Marzo 2025 alle 17:30 DONERÒ sei carte originali dipinte a olio e acrilico mettendo in atto per la prima volta il mio “Progetto Utopia”, in occasione di Vernice Art Fair 2025 a Forlì (qui info sulla fiera e biglietti omaggio). Ti aspetto allo Stand 102!
Qualcuno di grande una volta disse: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”… E il “Progetto Utopia” vuole un po’ essere il mio contributo in questo senso (quindi no, non è semplice pazzia donare “a caso” delle opere).
Quello che vorrei è un mondo in cui gli artisti siano VERAMENTE liberi di creare: senza condizionamenti di tempo e risorse, senza per forza produrre opere per stupire e farsi pubblicità, senza arrendersi a creare “quello che vende” per sopravvivere o fare più soldi.
Per vedere concretizzato questo sogno dovremmo vivere in una società molto diversa, basata su ben altri e alti valori… Da qui il nome “Progetto Utopia” (utopia per il momento, nel futuro chissà).
Cosa posso fare io?
Iniziare a mettere in pratica l’utopia: creare con lo scopo di celebrare la Bellezza della Creazione, immergermi nella gioia della pittura per poi donare questi pezzi senza aspettarmi nulla in cambio, se non l’atto della creazione artistica in sé.
Da dove mi è arrivata l’ispirazione per il Progetto Utopia ti parlerò più avanti nell’articolo, adesso concentriamoci sugli aspetti pratici…
Come funziona il “Progetto Utopia”?
Bon, io donerò queste sei opere… Ma a CHI e COME? Molto semplice:
- Chi verrà FISICAMENTE allo stand 102 avrà modo di scrivere il suo nome e un breve pensiero su un foglio (anche dandomi modo di rintracciarlo se non presente in fiera Domenica 30).
- Alle 17:30 di Domenica 30 Marzo 2025 estrarrò da un contenitore i sei biglietti. Se possibile accontenterò la richiesta, nel caso ci fosse una preferenza per le opere del progetto, se no semplicemente donerò una delle opere rimaste.
Fine, tutto qui. Bello, Felice e Rapido (perché poi scappo per l’annuncio della premiazione del Concorso Coiné per l’Arte che vede tra i finalisti anche il mio quadro “Viaggio nell’iperspazio – non siamo soli”).
Le opere
Le opere del “Progetto Utopia” sono originali dipinte su carta ad acrilico e olio con i consueti pigmenti iridescenti che mi piacciono tanto. Sono in formato A4 (circa) e racchiuse in un rettangolo aureo (per questo hanno un bordino lasciato bianco sopra e sotto). Le ho numerate perché vorrei proprio che diventasse una serie e un’iniziativa portata avanti nel tempo. Ecco le opere con una piccola anteprima:
- “n°1 – Sole fonte di Vita”
- “n°2 -Sole amorevole”
- “n°3 – Sole blu”
- “n°4 – Portatrice di Vita”
- “n°5 – Infiniti Mondi”
- “n°6 – Ritorno a casa”
Le parole che hanno ispirato il “Progetto Utopia”
Ma da cosa è nata questa iniziativa? Cos’è che mi ha fatto decidere di creare delle opere da regalare a probabili sconosciuti durante una fiera d’arte? Le parole che mi hanno letteralmente aperto il cuore (e i rubinetti delle lacrime…) provengono dal libro di Marco Marsili “Esperienze extraterrestri – Contatti con i viandanti delle stelle”: qui di seguito ti riporto il brano che mi ha toccata di più, naturalmente avendo chiesto all’autore il permesso di citarlo.
Ti saluto adesso per lasciarti poi riflettere su ciò che leggerai. Spero che passerai allo stand 102 Vernice Art Fair a Forlì prima delle 17:30 di domenica 30 Marzo per prendere parte al Progetto Utopia… Magari il Cielo, il Destino o la Fortuna ti metteranno in mano uno dei sei quadri donati.
E ora, buona lettura.
Dal capitolo “TAO”
[…] Ho visto persone intente a coltivare fiori meravigliosi, che mentre passavo mi salutavano con un lieve cenno del capo. Non c’erano recinzioni e le porte delle abitazioni non avevano serrature. Davvero il pianeta Tao mi parve uno strano sognare, eppure io ero lì, camminavo per le strade pianeggianti e morbide di quel mondo, in quella realtà, mi muovevo liberamente e scambiavo saluti telepatici con tutti, e ognuno esprimeva la propria umanità in modo onesto e per nulla artefatto… Un atteggiamento che purtroppo sulla Terra abbandoniamo dopo le gioie dell’infanzia.
Camminando incontrai lungo la strada la nostra guida, ma con lui non c’era mio amico; disse che lui si era trattenuto presso la scuola per ricevere insegnamenti spirituali.
Continuammo a passeggiare insieme e vidi dei piccoli “mercati” coperti da un tendaggio colorato. Alcune persone entravano in uno strano chioschetto e poi uscivano tenendo in mano dei copricapi ed altri oggetti.
Chiesi spiegazioni e la guida rispose:
“In questo pianeta tutta la grande produzione di beni è risolta dalle macchine e quindi nessuno deve lavorare per procurarsi di che vivere. Grazie a un efficiente sistema di distribuzione, ognuno riceve tutto il necessario gratuitamente. Quelli che tu pensi essere dei mercati, in realtà non vendono nulla perché qui non esiste il commercio e non esiste il concetto di proprietà privata. Tutti i beni sono condivisi tranne le abitazioni, che vengono assegnate di diritto a tutti i cittadini in base alle loro esigenze.
Le case vengono costruite in grandi fabbriche, poi i robot le collocano nel territorio secondo un piano urbanistico che tiene conto degli spazi adeguati alla qualità della vita dei risiedenti, i quali possono personalizzare l’estetica e le funzioni della casa che abitano per tutto il tempo che vogliono. Quando i risiedenti se ne vanno, i robot riportano la casa in fabbrica e la rendono neutra per poi ricollocarla dove ospiterà altre persone.
Ti ho detto che la produzione di beni è garantita e che tutti ricevono gratuitamente ciò di cui hanno bisogno, perciò quelli che vedi non sono negozi come quelli che avete sulla Terra, ma luoghi in cui i beni sono elargiti, riparati e messi nuovamente a disposizione di tutti. Il posto da cui hai visto uscire quella gente è un’officina artigianale.”
Fui sorpreso, mi domandavo a cosa servisse un’officina artigianale in un un pianeta in cui la produzione di beni è del tutto gratuita e automatizzata. Notando il mio stupore, la guida mi disse:
“La produzione dei beni di massa è automatizzata, le officine artigianali sono laboratori dove gli artisti possono esprimere la loro creatività, che è una manifestazione di ciò che voi chiamate Dio e perciò è molto incoraggiata.”
La divina creatività… Che parole magnifiche! Tuttavia, pensai, debbono guadagnare qualcosa dal loro lavoro… Questo pensiero fu intercettato dalla guida che proseguì:
“Il guadagno che immagini tu, qui non esiste. L’unico guadagno che esiste è il guadagno dell’espressione creativa, il profitto evolutivo, cioè un accrescimento della coscienza che genera nuove possibilità di espressione per il bene dell’intera comunità. Qui nulla si paga, nulla si vende e nulla si compra.
Ti spiego: gli artigiani non debbono pagare le materie prime che servono per realizzare le loro opere. Semplicemente, essi si recano nei luoghi appositi, prendono i materiali di cui hanno bisogno (materiali che provengono dalla produzione automatizzata) e tornano nelle loro officine per dare libera espressione alla creatività.
E, poiché il lavoro è volontario e non ci sono scadenze da rispettare, essi lo svolgono al meglio, felicemente, proprio perché non lavorano per necessità ma per ispirazione, per godere liberamente della gioia creativa, per migliorare sempre più la propria espressività attingendo al regno spirituale delle idee. Non è meraviglioso?
Chiunque può entrare in un’officina artigianale e prendere quello che desidera, e l’artista è felicissimo di regalare le sue opere, che sono di altissima qualità.”
Certo, abbiamo parecchie cose da imparare da questi alieni… […]
[Brano tratto dal libro di Marco Marsili “Esperienze extraterrestri – Contatti con i viandanti delle stelle” ]