IntervistArtista all’amica pittrice Daniela De Carlo di Meldola.
Il bello di partecipare a eventi e mostre collettive è che talvolta (piuttosto spesso in verità) si fanno incontri inaspettati e interessanti: con Daniela è stato esattamente così.
Noi due ci siamo incontrate in occasione di ROCCAmbolesca, la Mostra Collettiva al Castello di Meldola curata da Cristian Cimatti, amico di entrambe.
Io, in realtà, ero un po’ una forlivese imbucata all’ultimo, perché in prevalenza la mostra era dedicata ad artisti meldolesi con lo scopo di valorizzare persone, territorio e luoghi storici… Fortuna che la Rocca è parecchio grande!
Così, Daniela ed io siamo state per tre giorni “vicine di esposizione” nella cosiddetta Sala del Camino. È stato bellissimo! Ci siamo divertite molto condividendo l’esperienza della mostra.
In quell’occasione ho avuto modo di conoscere una persona splendida, profonda, talentuosa e ricca di interessi, con cui poi è iniziata una bella amicizia (nonostante il periodo non esattamente favorevole alle relazioni sociali…)
Sono convinta che nulla succeda per caso e spero che potremo condividere presto altri momenti artistici insieme.
Bene, prima di passare la parola a Daniela dico solo una cosa: sono orgogliosa di averla qui nel progetto IntervistArtista, e la ringrazio di cuore per la cura con cui ha risposto alle domande.
E ora immergiamoci nel mondo di Daniela De Carlo!
Domanda 1 – Iniziamo dal nome: usi il tuo nome di battesimo o un nome d’arte? Se usi il tuo nome hai magari un progetto in particolare che ti identifica?
Daniela – Ti vorrei innanzitutto ringraziare, Marina, della possibilità che mi hai regalato di sfidarmi nuovamente. Sicuramente una delle cose più difficili è parlare sinceramente di se stessi senza veli, esporsi per ciò che si è, di cuore e ci voglio provare apertamente e completamente.
Mi chiamo Daniela De Carlo, classe 1978.
Mi piace identificarmi con il mio vero nome, senza usare pseudonimi o altri nickname che potrebbero confondere la mia vera essenza, anche se sul social Instagram il mio profilo si chiama danymalab, in quanto nel momento in cui lo avevo aperto, creavo e cucivo vestiti.
Proprio per questo motivo, il mio mondo interiore è come un grande lab ovvero un laboratorio personale con ricerche ed esperimenti su tutti gli argomenti che mi appassionano di più.
Tra le “arti” ho spaziato molto, cercando il mio linguaggio personale in tante diverse categorie, ritornando ad utilizzare alcune tecniche imparate negli anni passati, perseguendo sempre il mio flusso creativo, ciò che spinge la mia anima ed il mio cuore ad esprimersi completamente.
Questa mia voglia costante di mettermi alla prova e di superare i miei limiti mi porta continuamente a nuovi traguardi, alle volte inimmaginabili.
Domanda 2 – Quando e come è nato il tuo amore per l’Arte?
Daniela – Cercherò di essere breve perché ci sarebbe da scrivere un libro su questo…
Se ti dicessi che i disegni, mentre frequentavo le Scuole Medie, li faceva mia madre perché mi sentivo incapace, cosa mi diresti?
Faccio, però, un passo indietro nel tempo per esporti meglio. Negli anni della scuola materna andavo in un istituto gestito da suore e i miei disegni venivano inesorabilmente strappati e gettati nel bidone: qualsiasi idea creativa fuori dalle “righe”, ovvero una rappresentazione diversa degli elementi come un sole verde o un albero viola, non sapevano essere approvate, alle volte anche in malo modo, con insulti e critiche a bambini che volevano solo essere liberi, divertirsi e disegnare la loro realtà.
Questo è stato il brusco modo per il quale la mia autostima creativa venne completamente distrutta e abbattuta.
Nell’estate del 2005 andai in vacanza sull’isola di Malta e mi imbattei improvvisamente davanti al capolavoro del “San Girolamo scrivente” di Caravaggio ed ebbi come un’illuminazione, una sindrome di Stendhal in piena regola.
Non conoscevo il pittore Caravaggio a quel tempo e quello che mi colpì particolarmente del dipinto fu come entrava la luce all’interno, come quest’ultima riusciva a tagliare il buio.
Un gran Maestro per me diventò e tutt’ora sono follemente innamorata di questa sua tecnica pittorica: illuminare il buio umano, le ombre che ci portiamo dentro, con una calda luce avvolgente.
Nel Gennaio 2017 feci il primo corso di disegno iperealistico. Ci è sempre stata inculcata nella testa questa idea che per disegnare o dipingere bisogna essere portati, ma dalla mia esperienza potrei dire che è solo un preconcetto già scritto.
Mi è piaciuto talmente tanto che nel Settembre dello stesso anno dalla grafite, con coraggio, passai alla pittura ad olio, la quale tutt’ora è il mio amore più grande.
Per riuscire a fare questo percorso fu essenziale trovare la persona giusta: il Maestro Alessio Atzeni e la sua Accademia delle Grazie.
L’Accademia fu un mix di arte, mistica e crescita personale. Nelle sue lezioni vengono trattati molti argomenti: dalla tecnica pittorica, al simbolismo nell’arte fino all’alchimia.
Non è sempre stato facile fare tutto questo. Ho avuto momenti di sconforto in cui mi sentivo non all’altezza tra prove, ricerche, sbagli, tele buttate e via dicendo, ma per fortuna il vero senso liberatorio e spirituale che infonde il creare ovvero dipingere, ha preso il sopravvento.
È necessario ridurre il chiacchierio interiore, quel giudice astratto che ogni tanto ci fa visita, per poter rientrare nel flusso del percepire il lato creativo che è all’interno di ognuno di noi.
Esprimersi è fondamentale per l’essere umano ed è ancora più bello condividere ciò che creiamo con altre persone.
Domanda 3 – Cosa hai portato a Meldola in occasione di ROCCAmbolesca?
Daniela – Ti sei mai chiesta cosa vedono i tuoi occhi, se è reale o è una visione deformata di ciò che è realmente? Hai mai guardato una persona sorridente ma con gli occhi tristi e sofferenti?
Gli occhi sono le porte che collegano il nostro cuore e la nostra mente.
Lo sguardo è in grado di riflettere stati d’animo e sentimenti che possiamo percepire solo soffermandoci ad osservare.
Ho creato un’esposizione dove erano presenti una serie di dipinti di occhi disposti a cerchio con in mezzo uno specchio. Occhi differenti, emozioni opposte ed al centro una provocazione: il riflesso dello sguardo dei visitatori con loro stessi, una vera sfida.
Le opere sono state realizzate con la tecnica ad acquerello che amo, in quanto non essendo semplice come metodo di pittura, non permette ripensamenti.
Bisogna usare l’istinto, esattamente come vivere: si possono fare errori ma non ci si può permettere di cancellarli, si possono solo correggere quando oramai il segno è indelebile.
Domanda 4 – Parlando di materia… Quali materiali e/o strumenti usi per creare? E qual è “l’attrezzo del cuore”, che non manca mai quando crei? Ci racconti la sua storia o come ti fa sentire?
Daniela – Nella creazione dei miei dipinti spazio ad usare delle tele a grana fine a tavole di legno di pioppo, perché queste superfici più lisce mi permettono di avere più facilità nell’esecuzione di particolari e dettagli che a mio parere sono fondamentali.
Passando ai pennelli, prediligo le lingue di gatto che a differenza degli altri, hanno una forma piatta ma affusolata verso la punta e, grazie a quest’ultima, ottengo la realizzazione dei dettagli di cui parlavo prima.
Nei colori, nonostante ne possegga un’ampia gamma, la cosa che amo di più è poterli mischiare, ricercando quello giusto per l’opera del momento: è proprio tramite questo metodo di prove e ricerche che si possono scoprire nuove sfumature e tonalità.
L’ingrediente segreto per comporre questo è il divertimento spontaneo, senza alcuna aspettativa, come i bambini quando giocano.
Preparare la tavolozza è un rito meticoloso, lento e paziente, è una meravigliosa metafora della vita, con mille sfumature, sorprese cromatiche, scoperte improvvise e sempre in evoluzione come i colori.
Domanda 5 – Parlando di spirito… Quali sensazioni, emozioni, suggestioni vuoi trasmettere con le tue creazioni?
Daniela – Il legame delle mie creazioni è di riuscire a dar vita ad un’opera in grado di suscitare emozioni indipendentemente dal tema trattato.
È la spinta che ricerco io stessa nei momenti in cui si sviluppa una mia idea, un susseguirsi di stati d’animo e pause sempre in crescendo come se fosse una sinfonia.
L’uso di un colore piuttosto che un altro può essere fondamentale per tirar fuori una minima reazione corporale negli occhi di chi guarda.
Solo nel bianco e nel nero ci sono infinite variabili di tonalità: nella percezione conscia dell’occhio non vengono definiti ma nel cervello inconscio risultano, ed è tramite questo procedimento naturale che si rimane più affascinati da alcune opere piuttosto che da altre. In ognuno di noi c’è tutto un mondo da scoprire dove vi è possibile tirare fuori ogni risposta, basta farsi la domanda giusta.
Domanda 6 – Un po’ di ironia: il commento PIÙ folle o divertente o allucinante o da altro mondo che ti hanno fatto.
Daniela – Nonostante a me piaccia ridere e scherzare, purtroppo nel mio percorso d’artista non ho mai incrociato alcun tipo di commento folle o sarcastico.
Domanda 7 – Momento sfogo: cosa ti fa uscire dai gangheri rispetto al mondo dell’Arte?
Daniela – La creatività è un aspetto sacro della vita dell’essere umano.
É un pregio della nostra specie poter creare qualcosa dal nulla, immaginando e successivamente applicarlo ci ha aiutato nella nostra evoluzione.
La classica persona presuntuosa e un po’ snob nel settore dell’arte non dovrebbe esistere, in quanto proprio all’interno di quest’ambito si percepisce l’unicità dei singoli come esseri unici, irripetibili ed originali… A mio avviso l’umiltà non è mai fuori moda!
Domanda 8 – Ispirazione: cosa o chi ti ispira? Qual è la molla che ti fa scattare in piedi alle 2 del mattino per lavorare a una tua opera?
Daniela – La mia curiosità è la mia energia propulsiva.
La voglia di creare per me è un bisogno primario come può essere mangiare, bere e dormire.
É una necessità inevitabile e inarrestabile ed è per quello che a volte ci si alza in piena notte, oppure non si riesce addirittura a dormire, sarò una pazza ma ho fatto anche 24 ore no stop creative senza sentire né fame e né sonno.
La mia ispirazione è per me una profonda ed intima riflessione personale sulla vita stessa, nella natura del mondo e in quanto è nascosto fra le righe.
Vivo la vita per emozionarmi non per controllarmi, per me è l’unica via per la felicità.
Possiedo anch’io le mie paure, ho la mia mente critica autosabotante che parla di continuo e cerca di depistarmi, ma bisogna guardare avanti e perseverare sui nostri più grandi sogni sempre e comunque. Si è sempre in una ricerca costante di emozioni.
Domanda 9– Cosa bolle in pentola? Quali progetti hai per il 2021 e oltre? Idee da realizzare?
Daniela – Ho alcune opere ad olio da completare, il tempo di asciugatura è molto lungo e lento e come al solito non riesco a non iniziare mille cose contemporaneamente appena il mio artista interiore mi chiama.
Sto progettando una mostra personale ma non vorrei chiacchierare troppo a riguardo perché è un progetto ancora in fase embrionale.
Poi chissà cosa riserverà il futuro… sono molto positiva per quest’anno!
Domanda 10 – Dove possiamo trovarti, online e non?
Daniela – Facebook – @daniela.decarlo.18 , Instagram – @danymalab, Email – danieladecarlo78@gmail.com
E ora qualche altro “supporto visivo”!
Grazie mille per questa IntervistArtista a Daniela De Carlo, pittrice! Naturalmente invito a seguirla sui social per novità e progetti su Facebook e Instagram.
Ora le anticipazioni per la prossima IntervistArtista: sarà un uomo che però non abbiamo visto a ROCCAmbolesca…
A presto!
Marina