“Contact” quadro di Marina Ravaioli – Anno 2019 – Dimensioni 46 x 28 cm – Olio e pigmenti su MDF, finitura opaca. Disponibile.
Hai fatto il salto e hai viaggiato per Mondi e Universi. Hai esclamato – Non ne avevo idea! – e – Sono vivi! – con la consapevolezza di essere insieme a miliardi di Esseri.
La Vita brulica e l’Universo è tutto tranne che uno spreco di spazio.
Com’è successo per la realizzazione del buco nero “Nuovi Orizzonti”, anche “Contact” è nato in vista della Mostra Bipersonale “Multiverso – Sguardi senza Confini” con Alice Piazza.
Sapevo che questo pannello di MDF gemello di “Nuovi Orizzonti” sarebbe diventato un buco bianco, l’uscita dopo l’entrata dal buco nero.
Avevo anche creato una bozza digitale del soggetto, quindi era tutto pronto per iniziare… Ma stesa la prima bozza qualcosa mi ha fermata: l’impulso improvviso di dare un’occhiata al film “Contact” con Jodie Foster.
Lo avevo visto diversi anni fa, in TV, e quella volta mi colpì moltissimo. C’è un momento in cui (spoiler) la protagonista fa questo viaggio dimensionale e vede cose meravigliose, galassie, mondi e tutta la meraviglia dell’Universo.
Sapevo che avrei trovato un’ispirazione importante per il quadro (che ancora non si chiamava “Contact”, ma qualcosa tipo “il buco bianco”). E infatti, CVD – come volevasi dimostrare – così è stato.
Le parole dritte al cuore
Mentre mi godevo il film, questa volta sul tablet, sono stata presa in pieno petto dalle parole che la protagonista pensa, esclama, durante questo viaggio dimensionale:
Non ne avevo idea!
Sono vivi!
In quel preciso momento ha la consapevolezza di essere insieme a miliardi di Esseri. È una cosa sconvolgente, anche se in fondo in fondo lo sapeva già… Suo padre da piccola le diceva:
“Non lo so [se ci sono altre forme di vita nell’universo] … Però io dico che se ci siamo solo noi, mi pare uno spreco di spazio.”
Ecco. Dopo la visione del film non ho potuto proprio evitare di coprire il lavoro fatto fino a quel momento: la scena del buco bianco dal quale escono una grande quantità di navicelle era l’unica cosa da dipingere… Così è nato “Contact”.
Due parole sulla tecnica
Spesso mi capita di cambiare idea in corsa e ridipingere su bozze totalmente diverse: questo è un caso esemplare. Se in un remoto futuro qualcuno si prendesse la briga di guardare sotto strati di colore, in molti dei miei quadri vedrebbe altri quadri che a un certo punto non mi sono piaciuti e che ho preferito “sacrificare” per altre creazioni.
Come sempre, le pennellate sono stese in modo da creare sfumature delicate, velatura su velatura. Naturalmente i materiali usati sono colori a olio e pigmenti su pannello di legno MDF.
La finitura è opaca, anche se i pigmenti iridescenti creano zone sbrilluccicose (termine altamente scientifico) piuttosto ampie.
Anche stavolta la cornice argentata è sottile per dare l’idea di essere all’interno di un’astronave.
“Contact” è attualmente disponibile e se vuoi saperne di più Contattami.
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Credits: La scena che ho ritratto del buco bianco con le navicelle è stata ispirata dal film “Contact” con Jodie Foster.